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Fantastica è stata l’esperienza di partecipare alla trasmissione "Mi Manda Raitre" .

Dobbiamo riscontrare che i cinque casi presentati nella trasmissione quali interruzione della linea telefonica, mancato allacciamento della linea, linea adsl discontinua o inesistente etc. sono casi trattati e risolti dal Codacons Caserta decine di volte ma con un’enorme differenza ovvero che mentre gli utenti presenti in trasmissione si sono rivolti come vuole il sistema delle grandi società telefoniche alle Camere di Conciliazione ottenendo micro risarcimenti di massimo € 300,00 senza risolvere il problema, coloro che si sono rivolti al Codacons Caserta o ad altri studi veramente specializzati nel settore, tra indennizzi e risarcimento dei danni hanno incassato cifre tra i €10.000,00 ed i €50.000,00.

Ciò che vogliamo ricordare ai consumatori è che esistono in Italia precise leggi con previsioni specifiche in materia di indennizzi e risarcimenti dei danni per i casi sopra indicati. Per esempio per le ipotesi di mancata attivazione della linea è previsto un indennizzo di € 5,00 al giorno, sospensione del servizio € 10,00 al giorno, linea ADSL discontinua € 2,50 al giorno etc.

Rivolgetevi pertanto ai pochi professionisti che esistono nel settore e ricordatevi che per ogni disservizio, dopo il reclamo che potete effettuare ai numeri del servizio clienti, di inviare fax o e-mail in modo da avere la prova scritta dei reclami effettuati e dei giorni di sospensione o disservizio. E’ completamente inutile effettuare decine di telefonate ai numeri indicati dalle società di telefonia in quanto sono affidate a call center esterni con sede ormai non più in Italia che leggono solo la scheda a Voi intestata e non possono intervenire in alcun altro modo.

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Il 4 giugno la C. T. R. di Bari ( sezione distaccata di Lecce) è intervenuta sulla vexata quaestio della corretta applicazione della Tarsu sulle strutture alberghiere con tre sentenze. Ricordiamo che in origine molti comuni applicavano un coefficiente di calcolo della Tarsu sugli alberghi troppo alta vista la tipologia di utilizzo della struttura.

Infatti la struttura alberghiera a fini Tarsu va considerata con 2 distinti parametri: per la porzione occupata dalle stanze dove alloggiano gli utenti si richiede l’applicazione del medesimo coefficiente si richiede l’applicazione di un coefficiente utilizzato per le case di abitazione, per le altre si richiede l’applicazione di un coefficiente che tenga conto dell’effettiva destinazione d’uso.

Con le citate sentenze nn. 71/22/2012- 72/22/2012- 73/22/2012 la C. T. R. di Bari (sezione distaccata di Lecce) conferma che la Tarsu applicabile sugli alberghi (almeno per la parte ad uso abitativo) non può essere sostanzialmente diversa da quella applicata sulle abitazioni e sulle case vacanze. I giudici pugliesi ricordano che: “è indicativo a tal proposito il paradigma dal c.d. decreto Ronchi  ove si evidenzia come le diverse  tipologie di attività implichino una diversa potenzialità a produrre rifiuti solidi”. Il Regolamento Tarsu oggetto della controversia non teneva conto di quanto detto sopra; inoltre a conferma della corretta interpretazione della Tarsu proposta dal contribuente, il Comune aveva successivamente emanato un nuovo regolamento per offrire una valutazione potenzialmente più realistica della capacità di produzione dei rifiuti delle strutture alberghiere tenendo conto della differente distribuzione d’uso delle parti di queste.

Il Codacons Caserta è a disposizione delle società alberghiere per ottenere la restituzione di somme illegittimamente pagate negli ultimi 5 anni in favore dei Comuni. Inoltre si ricorda alle società alberghiere che il Codacons Caserta è la prima associazione per giudizi presentati e vinti  contro le società erogatrici  di servizi (telefonia- gas- energia). Qualsiasi disservizio Vi sia occorso il Codacons Caserta l’ha trasformato in importanti risarcimenti economici.

 

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Dopo la presenza al TG2 l'avvocato Maurizio Gallicola è
stato invitato alla trasmissione televisiva Mi Manda Rai 3,
storico programma di Rai 3 ormai primo ad occuparsi delle
tematiche dei consumatori.
Finalmente il giusto riconoscimento all'attività, che da
oltre 7 anni, viene svolta dal Codacons Caserta in favore
dei cittadini.
La trasmissione sarà registrata il 15/11/2013, a breve sarà comunicata la data della messa in onda.

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Da diversi anni gli utenti di telefonia fissa e mobile si vedono sistematicamente derubati dalle società di telefonia di importi variabile dai € 65,00 agli € 80,00 per contributo di disattivazione. Questo costo non è stato previsto in sede di adesione contrattuale.

Infatti, la legge n. 40 /2007 statuisce che: “I contratti per adesione stipulati con operatori di telefonia e di reti televisive e di comunicazione elettronica, indipendente dalla tecnologia utilizzata, devono prevedere la facoltà del contraente di recedere dal contratto o di trasferire le utenze presso altro operatore senza vincoli temporali o ritardi non giustificati e senza spese non giustificate da costi dell’operatore e non possono imporre un obbligo di preavviso superiore a trenta giorni”. L’esercizio di tali facoltà è senza vincoli temporali, quindi esse possono essere esercitate in ogni momento: l’eventuale previsione di una durata minima contrattuale è dunque vincolante solo per l’operatore.

Occorre sottolineare che dalla semplice lettura del contratto l’utente deve poter conoscere anche le eventuali spese richieste per l’esercizio della facoltà di recesso o di trasferimento, così da essere agevolato nell’esercizio di tali facoltà, potendone valutare le conseguenze sotto ogni profilo. In ogni caso, l’utente non deve versare alcuna “penale” , richiesta di contributo di attivazione, di “costo per attività di cessazione servizio” comunque denominata a fronte del’esercizio della facoltà di recesso o di trasferimento delle utenze,poiché gli unici importi ammessi in caso di recesso sono quelli “giustificati” da “costi” degli operatori.

A tal proposito l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni – AGCOM – ha precisato che i costi di disattivazione devono risultare correlati ai costi effettivi che l’operatore sostiene, mentre per le procedure riguardanti il trasferimento ad altro operatore, i suddetti costi non devono essere applicati.

Controllate le vostre fatture se compare l’addebito per i costi di disattivazione venite presso il Codacons Caserta e Vi faremo recuperare gli importi indebitamente versati

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DIFENSORE CIVICO: UNA CARICA INUTILE ED UN ENNESIMO AGGRAVIO ECONOMICO PER I CITTADINI

Pensavo che, stante il grave periodo di crisi economica attraversata dal nostro Paese, la carica del difensore civico degli enti fosse stata abrogata. Quello che doveva essere, secondo le intenzioni, il paladino a difesa dei cittadini contro le prepotenze degli Enti Pubblici ovvero il difensore civico, si è rivelato fin dall’inizio un ennesimo flop ed un danno economico per l’Erario. Infatti nella storia decennale dei nominati difensori civici in Provincia di Caserta non si ricorda un solo intervento o atto che abbia avuto dei benefici per i cittadini.

Assistiamo ora ancora alla guerra in seno al Consiglio Provinciale di Caserta per la nomina di un difensore civico. Eppure ben oltre due anni fa lo scrivente aveva proposto al Presidente Zinzi un organo ben più efficiente e soprattutto a titolo gratuito: la Consulta dei Consumatori per la quale è stato depositato e protocollato in Provincia statuto e regolamento. Ciò avrebbe posto la Provincia di Caserta all’avanguardia nella tutela dei consumatori preceduta in Italia solo da altre 2 Province. Numerosi sarebbero stati benefici per i cittadini derivanti da questa Consulta. Una singola associazione che si rivolge ad un Ente Pubblico per denunciare comportamenti ha una piccola risonanza. Ben altro effetto avrebbe avuto una Consulta costituita da tutte le associazioni dei consumatori e presieduta dal Presidente della Provincia che per esempio avrebbe chiesto ad Equitalia chiarimenti sulle sue modalità di azione verificando eventuali illegalità e ponendo in essere modalità di intervento su tali comportamenti. Fondamentale valenza avrebbe potuto avere tale Consulta se avesse chiesto ai Comuni del Casertano informazioni sul funzionamento dei depuratori e il perché, malgrado nessuno di essi funzioni in Provincia di Caserta, i cittadini sono costretti a pagare la voce “depurazione” nelle fatture idriche. La Consulta avrebbe potuto chiedere a 22 Comuni del Casertano spiegazioni sul perché applicavano l’iva sull’abrogata TIA. Insomma attraverso questa Consulta, nella quale si ripete, avrebbero preso parte tutte le Associazioni dei consumatori a titolo gratuito, si sarebbero ottenuti concreti ed innegabili benefici per i cittadini casertani che sono i più pressati e gabellati di Italia. Invece il Presidente Zinzi ed il Consiglio Provinciale, in perfetta linea con i sistemi politici degli ultimi15 anni, litigano per una nomina inutile ed addirittura dannosa per i cittadini. Quand’è che cambieranno le cose in questa terra distrutta ed affamata dai comportamenti dei nostri politici? Speriamo presto. 

http://www.casertace.net/cronaca-bianca/la-lettera-il-codacons-punzecchia-zinzi-litigate-per-buttare-per-un-inutile-difensore-civico-la-consulta-dei-consumatori-unico-progetto-serio-20131001.html

http://www.casertafocus.net/caserta/

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Il giorno 3 ottobre alle ore 20:30 RAI-TG2 presenterà un servizio per denunciare le illegalità ed i disservizi dei Consorzi di Bonifica della Campania. La rete RAI quale esperto della materia ha scelto l’avv. Maurizio Gallicola per illustrare la tematica. Questa scelta nasce dalla continua opera di denuncia che dal 2009 l’avv. Maurizio Gallicola e la sede Codacons di Caserta hanno condotto con grande impegno ottenendo concreti risultati in favore dei consumatori. Un ennesimo riconoscimento al Codacons Caserta purtroppo una delle poche voci di denuncia del nostro territorio.

http://www.casertaprimapagina.it/27-09-2013/uncategorized/18718/i-disservizi-dei-consorzi-di-bonifica-al-tg2-lavvocato-casertano-gallicola/

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Il Codacons Caserta smaschera l’ennesima truffa assicurativa delle società finanziarie.

Un consumatore ha acquistato una fotocopiatrice stipulando un contratto di finanziamento. La società di finanziamento ha imposto l’assicurazione sul contratto di acquisto della fotocopiatrice. Il consumatore ha appreso che avrebbe dovuto corrispondere per tale assicurazione in 3 anni un importo di € 700,00.

Sentendo odore di truffa, il consumatore richiedeva l’intervento del Codacons Caserta che intimava alla società finanziaria di consegnare fotocopia del contratto assicurativo. Chiaramente nessuna risposta è arrivata. Dinanzi al tribunale di Milano in seguito alla notifica dell’atto di citazione relativo alla richiesta di restituzione degli importi fino ad allora versati, la finanziaria si costituiva adducendo questioni di diritto ma non esibendo alcun contratto stipulato per l’assicurazione. Lo stesso giudice alla prima udienza verificando che la polizza non era stata stipulata invitava le parti ad un accordo. La società finanziaria resasi conto di essere stata colta con le mani nel sacco, chiedeva immediata transazione restituendo capitale ingiustamente versato, risarcimento danno e spese legali. Chiaramente ciò al fine di evitare una sentenza che sarebbe stata pubblicata ovunque ed avrebbe portato alla ribalta nazionale l’ennesima truffa che colpisce i consumatori. Si invitano pertanto coloro che stipulano qualsiasi contratto di finanziamento per l’acquisto o noleggio di un bene ( telefono, computer, stampante o fotocopiatrice, viaggi etc.) ad inviare raccomandata a/r alla società finanziaria chiedendo copia del contratto di assicurazione. Qualora non si ricevesse copia dell’assicurazione relativa al contratto sottoscritto è facile ottenere la restituzione degli importi illegittimamente versati.

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PUBBLICO IMPIEGO: GRANDE VITTORIA DEL CODACONS CASERTA CONTRO IL MINISTERO DEGLI INTERNI

Con grande soddisfazione il Codacons Caserta registra l’accoglimento del ricorso presentato dinanzi al Tar del Lazio da un agente scelto della Polizia di Stato in servizio presso un Commissariato di pubblica sicurezza in Sardegna per la richiesta di trasferimento presso la propria residenza in Campania, in provincia di Caserta. Questa la vicenda. L’agente scelto, immediatamente inviato dal momento dell’assunzione presso un comando in Sardegna rappresentava al Ministero di dover provvedere all’assistenza del fratello disabile del quale era stato nominato tutore dal giudice del Tribunale di Santa Maria C. V. Alla richiesta di trasferimento per gravi motivi cosi come previsto dalla legge ex art. 33 comma 5 legge 104/92, il Ministero rigettava la richiesta per violazione dell’art. 10 della legge stessa invocata sostenendo di non aver fornito le prove dell’handicap del fratello. L’agente impugnava presso il Tar del Lazio tale istanza di rigetto chiedendone l’immediato accoglimento. Il Tar con ordinanza in sede cautelare, accogliendo la tesi dell’agente, ordinava al Ministero di esaminare la domanda riscontrando una violazione nell’interpretazione della legge nei comportamenti dell’amministrazione statale. Sembrava tutto risolto per l’agente in quanto questa pronuncia metteva fine al lungo calvario in quanto questo doveva effettuare continui viaggi dalla Sardegna alla città natia per badare al fratello gravemente malato ed ai genitori molto anziani. Invece il Ministero in persona del Capo della polizia dott. Manganelli, riesaminata l domanda, incredibilmente la rigettava nuovamente fornendo una nuova interpretazione della legge completamente inverosimile. I legali del Codacons Caserta, l’ avv. Pasquale Marotta e l’ avv. Maurizio Gallicola non hanno certo mollato dopo questa pronuncia ed hanno chiesto con insistenza la fissazione del giudizio nel merito. In data 28.2.2013 gli avvocati del Codacons insistevano per l’accoglimento della richiesta in virtù dell’esatta applicazione della legge. Finalmente il 27.8.2013 la sentenza che dà ragione all’agente scelto ed ordina il trasferimento dello steso attestando che il provvedimento di diniego effettuato dall’amministrazione è affetto da vizi in quanto ha male interpretato la domanda ed ha respinto istanza di trasferimento con motivazione del tutto generiche e non pertinenti al caso in specie . Il ricorso è stato quindi accolto con conseguente annullamento del provvedimento impugnato. Gli avvocati del Codacons soddisfatti del risultato hanno quindi riproposto la domanda di trasferimento con la certezza di accoglimento e si apprestano ad agire in giudizio contro il Ministero degli Interni per ottenere il risarcimento di tutti i danni patrimoniali e morali subiti dal ricorrente a causa dell’ingiusto comportamento subito. Sono d’obbligo due considerazioni finali: primo, in questo Stato, dove i diritti dei cittadini vengono ormai calpestati, il 90% dei provvedimenti presi dalle pubbliche amministrazioni sono in favore dei raccomandati del resto della popolazione. Secondo, è inconcepibile che sia demandata alla sola magistratura il compito di rimediare a tutte le illegalità poste in essere dagli Enti Pubblici. Occorre pertanto l’immediato ripristino degli aboliti organi di controllo della Pubblica amministrazione.

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Non si placa il braccio di ferro tra l’ANIA, associazione che raggruppa le imprese assicurative operanti in Italia, l’IVASS ed il Codacons, considerato che ancora una volta le imprese assicurative vogliono farla da padroni in danno gli automobilisti.

Il decreto Monti, legge 24/03/2012 n.1 modificando l’articolo 32 del Codice delle assicurazioni, prevedeva in favore degli automobilisti uno sconto automatico laddove non avessero al rinnovo riportato alcun sinistro nell’anno precedente, sconto che non poteva in nessun caso essere compensato con aumenti di premi come da interpretazione IVASS, ente autonomo di vigilanza sul settore assicurativo, imponendo peraltro alle imprese assicurative di indicare alla stipula del contratto lo sconto applicato al rinnovo in assenza di sinistri.

Le imprese assicurative ad oggi non solo hanno eluso la legge a favore degli assicurati, omettendo di indicare sul contratto lo sconto in assenza di sinistri, ma hanno altresì impugnato con esito negativo innanzi al Tar la delibera IVASS. Grazie all’insistenza del Codacons, dell’IVASS e di tanti automobilisti virtuosi le imprese assicurative sono state sconfitte e devono per ora rispettare quanto sancito loro della legge.

Il Codacons, pertanto procede nella battaglia a favore dei cittadini e degli utenti della strada, nonostante il silenzio delle forze politiche abituate a farsi sentire solo durante le tornate elettorali.

Il Codacons Caserta, come al solito all’avanguardia, ha già ottenuto da due anni i rimborsi per gli utenti.

Pertanto controlla se la tua assicurazione effettuando il rinnovo ti ha applicato gli sconti.

In caso contrario rivolgiti al Codacons Caserta.

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L’evento matrimonio rimane per una donna il sogno più bello della vita.

I mesi che precedono l’avvenimento sono caratterizzati da frenetica attività dove può capitare che prevalga l’elemento passione su quello della razionalità che può però indurre a commettere degli errori.

Il Codacons Caserta negli ultimi anni ha ricevuto molte denunce dalle spose che sono state truffate all’atto dell’acquisto del fatidico abito.

Si è potuto delineare dalla casistica un classico scambio di abiti che gli atelier poco affidabili infliggono alle entusiaste spose.

In pratica queste attività commerciali acquistano 5 o 6 abiti di alta sartoria che tengono in esposizione per attrarre le spose. Dopodiché avviene quanto segue:

1.  Fase. Allorquando la sposa si reca all’atelier per la scelta del suo abito gli addetti le fanno provare bellissimi abiti superiori alla media.

2. Fase. La sposa rimane entusiasta della prova e conferma all’atelier di ordinare l’abito versando un congruo anticipo.

3. Fase. Dopo circa un mese l’atelier convoca la sposa dicendo che l’abito è arrivato.

4. Fase La sorpresa per la sposa arriva nel momento della prova durante la quale si rende conto che l’abito non è quello della famosa sartoria, sita quasi sempre all’estero, ma è un abito cucito dalle sarte interne all’atelier che copiano il modello.

5. Fase. Delusione della sposa quando vede presentarsi un abito che non ha le caratteristiche  di bellezza e pregio di quello indossato al momento dell’acquisto e terrore per i pochi giorni che mancano all’evento.

Inizia quindi un lungo periodo di contestazioni e di aggiusti su un abito che non è pari al valore versato. Le spose più coraggiose decidono di denunciare e chiedere all’atelier la restituzione dell’importo pagato.

Il Codacons Caserta suggerisce di inserire all’atto di sottoscrizione del contratto postilla attestante che si acquisterà solo l’abito indicato e proveniente dalla sartoria, pena la nullità del contratto e la restituzione della caparra e di controllare la provenienza dell’atto e la bolla d’accompagnamento.

Ad ogni modo diciamo alle spose  “pensate a sposarvi, al resto ci pensa il Codacons Caserta”. 

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